2003 gennaio 20 Coppa America Alinghi
Il 19 gennaio 2003
2003 gennaio 20 – Alinghi
Coppa America ad Alinghi
lo sfidante Ernesto Bertarelli –
svizzero di passaporto, ma italiano di nascita – vinse la finale della Louis Vuitton Cup con la
sua Alinghi timonata da Russell Coutts, sconfiggendo lo sfidante americano, Oracle BMW
Racing di Larry Ellison, con il punteggio di 4-1. È curioso notare che la Svizzera è una nazione
che non ha sbocco al mare.
lla Nuova Zelanda per andare a galleggiare sul lago alpino di Ginevra!
Con tutto il rispetto per Inter e Juve, é nella notte tra sabato e domenica che ho seguito in tv
l’evento più affascinante oltre che pazzesco: la Svizzera regina dei mari. Un Paese che nel
bilancio statale delle spese militari manca della voce “Marina”, avendo soltanto Esercito e
Aviazione, è riuscito nell’impresa in cui l’intero Vecchio Continente aveva regolarmente fallito
da un secolo e mezzo. Riportare in Europa il più grande mito della vela.
La prima a non aspettarselo era la stessa Svizzera, che da un paio d’anni non se la passa bene
choccata oltretutto dal fallimento della prestigiosa Swissair, la compagnia aerea nazionale.
Forse si sentiva troppo ferita nell’immagine internazionale per sognare una rivincita con la
barca di bandiera che porta un nome – Alinghi – privo di qualunque significato. Quasi a dire che
tanto il nome quanto la sfida erano impensabili.
Trovo bellissima questa storia. Mette insieme uomini e capitali, tecnologia e sapienza, genialità
e studio del limite. Una multinazionale del talento.
Mister Bertarelli è nato a Roma ma è tutto tranne che romano né ha mai avuto il passaporto
italiano. Un tipo da manuale della globalità. Ha studiato negli Stati Uniti, è cittadino svizzero,
con residenza non distante da quella di Schumacher. I vincenti Dio li fa e li accompagna.
Ha i soldi Bertarelli, e tanti, più di Silvio Berlusconi tanto per aver un parametro che
conosciamo a memoria. La rivista americana che si occupa della classifica dei ricchi sfondati
piazza lo svizzero strambante al 31° posto. E gli studiosi sanno bene che, al contrario della
povertà, la ricchezza non ha limiti.
Chi fosse interessato alla prossima Coppa America del 2006 o 2007, finalmente in Europa,
sappia fin d’ora che la sola tariffa di iscrizione sarà probabilmente portata a quattro miliardi di
vecchie lire. E vincere con Alinghi è costato 190 miliardi, sempre di vecchie poetiche lire.
Bertarelli non fa una piega, essendo ricco di suo e ricchissimo di azienda, una casa farmaceutica
quotata a Wall Street, specializzata nel curare la sclerosi multipla e l’infertilità oltre che nella
terapia del dolore. Disponeva certamente di tutto il denaro necessario in imprese di questo tipo,
ma ha avuto soprattutto testa nel reclutare la miglior ciurma del mondo: i neozelandesi che
avevano già vinto tutto ai tempi di Luna Rossa. Il meglio in circolazione, compreso uno stratega
tedesco da manuale olimpico.
Dal Moro di Venezia di Raul Gardini ad Alinghi di Bertarelli, sono barche più sofisticate della
Formula Uno. Ricordo come adesso il Moro anzi i Mori di dieci anni fa, con l’imprimatur della
Campagnia della vela, la bandiera di Montedison, il marchio di Porto Marghera e la tecnologia
del cantiere navale Tencara.
Tutti i vecchi materiali lasciavano il posto al titanio. La barca andava sorvegliata giorno e notte,
24 ore su 24, per difenderla dalle spie industriali.
Queste non sono barche, ma Scienza maiuscola. Per fare le due svizzere da Coppa America,
sono stati necessari cento modelli. Hanno inventato vele rivoluzionarie, misurato come non mai
la loro turbolenza, usato modelli matematici con 35 milioni di incognite.
Altro che formaggini, cioccolata e orologi di precisione. La Svizzera ha visto crescere in casa
un prodotto del tutto inedito, un affare da tanti zeri in fila e uno spettacolo planetario che
potrebbero anche riguardare l’Adriatico, “mare nostrum” del Nordest.
Ha fatto bene Giancarlo Galan a lanciare l’alleanza tra Venezia e Trieste per ospitare la Coppa
America del 2006. Se Ernesto Bertarelli ha portato l’oceano tra le Alpi, noi potremmo portare la
Svizzera al mare.