2003 maggio 26 Cane impiccato

2003 Maggio 26 – Il cane impiccato

In un paese della provincia di Treviso un uomo impicca la sua cagnetta. Per deformazione
giornalistica, confesso che a una notizia come questa sarei stato tentato di fare il seguente
titolo:”Una bestia impicca un cane.” Crudeltà contro crudeltà.
Interessa poco o niente sapere se la cagnetta avesse fatto fuori una gallina oppure combinato
qualche altro guaio casalingo. Il gesto é privo di giustificazione in sé.
Poi rifletto, perché non mi torna del tutto il conto dell’episodio. Penso alla cosa più banale, e cioè
che quella persona possedeva un cane, in fondo. Alla fine lo ha brutalizzato che peggio non si
poteva, ma un cane per amico un giorno se lo era pur portato a casa.
Intendo dire che ci deve essere stato per forza il momento in cui ha voluto proprio un cane con sé, e
lo ha accudito, nutrito, curato. Un cane o un gatto non é un soprammobile né un cuscino da
poltrona; gli animali sono nella vita delle persone, e la cambiano umanamente in meglio.
Non si tiene un cane per caso o controvoglia, e nessuno pensando che un giorno lo impiccherà. Se
un giorno lo fa, non deve aver perso la testa, ma fermato il cuore.
Mi é facile giudicare, mi é difficile capire. Forse, chi possedeva il cane non ne aveva afferrato il
senso.
Con la sua limpida penna, lo scrittore vicentino Goffredo Parise – uno dei grandi della letteratura –
raccontò la giornata errabonda di un bastardo che assomigliava a un setter, senza fissa dimora e
senza famiglia ma pieno di compagni di strada, che considerava suo padrone l’uomo che gli aveva
sistemato da qualche parte uno scatolone della pasta Barilla. Il suo canile di fortuna gli impediva di
sentirsi orfano e lo rendeva orgogliosamente libero.
“Bobi”, così lo chiamavano, un giorno finì sotto una motocicletta ma ebbe la forza di trascinarsi
ferito fino allo scatolone, e lì, accucciato dentro la sua casa, morì. Quello che “ Bobi” considerava il
padrone acquisito se ne accorse il giorno dopo, passando quasi per caso. Lo guardò in silenzio, e
pensò una sola cosa:”I cani hanno l’anima.”
Spesso ne danno esempio agli stessi uomini.