2003 marzo 6 Calcio
2003 marzo 6 – Calcio
milanello restò così intrisa di paròn Nereo che il veronese/vicentino Giussy Farina, quando poi
diventò presidente del Milan, pensò di dedicargli alla memoria un busto in bronzo.Lo ordinò a
un bravo vecchio scultore veneziano – Scarpa Bolla se ben ricordo – , che gli fece anche un
bozzetto, ma poi il tutto restò sulla carta. Farina stava già per essere investito da ben altri
pensieri, e al Milan fu subito Silvio Berlusconi.
Il Cavaliere rossonero è presidente dal 1986, quando aveva 50 anni, e da allora ha vinto sei
scudetti e sei coppe, niente male come bilancio personale. Gli storici di giornata lamentavano
fino a pochi giorni fa che Berlusconi mancasse da Milanello da un buon anno e mezzo; ci è
tornato l’altro ieri,sabato a mezzogiorno, scendendo dal cielo.Cosa avete capito?, in elicottero
naturalmente.
Sta di fatto che, 24 ore dopo, il Milan ha sotterrato il povero Torino con tanti gol e tanto gioco
da sembrare un miracolato incrocio tra il Real e il Manchester. Parlare di taumaturgia è forse
esagerato e,però, non ci sono dubbi che la visita pastorale del president-issimo abbia portato
buono e ratificato quello che chiamano già il Rinascimento di Milanello.( Il che, tradotto per
noi populisti da curva, altro non vuol dire che un nuovo ciclo di vittorie a cominciare dallo
scudetto 2003, Inter e Juve permettendo).
Ai giocatori Berlusconi si è divertito a dirne una delle sue, da uomo a uomo:” Dedicatevi
completamente al campo,non al letto!” Per le piacevolezze orizzontali ,ci sarà tutto il tempo a
fine carriera, quando ogni caloria sarà a disposizione senza restrizioni atletiche.
Montanelli, di cui Berlusconi fu a lungo l’editore, si sarebbe altrettanto divertito ma
suggerendogli forse tutt’altra teoria di letto. In un suo meraviglioso libro, che i francesi
chiamerebbero pamphlet per causticità, il grande Indro sosteneva infatti che il vero riassunto
della Storia d’Italia stava tutto nel motto:”Tette e bandiera.” Questo sarebbe il pilastro
nazionale, il nostro motore, la chiave per capire gli italiani.
Sia come sia, dopo aver chiesto sacrifici economici al Paese, Silvio Berlusconi ha preteso dal
Milan anche sacrifici sessuali. Il 6-0 di ieri va interpretato, a mio casto parere, come un
“obbedisco” su tutta la linea. Il Rinascimento di Milanello è l’autentica ottobrata del
campionato.
Berlusconi regna, Ancelotti governa, Inzaghi segna, e segna per ora più di chiunque. Ne sono
particolarmente ammirato, per consolidata stima.
Inzaghi non è un centravanti classico; è un cavo ad alta tensione in piena area di rigore, questo
é. Nessun difensore con la testa sul collo può permettersi di perderlo di vista anche per tre
secondi.
Il bello è che non si sta allenando! Siccome soffre di una fastidiosa bua a un piede, si limita a
giocare le partite saltando la preparazione, sicché potrebbe anche aprirsi con lui una nuova
frontiera contro la fatica dei giocatori. Nel senso che,giocando ogni tre giorni in campionato e
in coppa , non allenarli sembrerebbe il metodo meno usurante.
Detta così, ha l’aria di una battuta come tante. Invece, sono convinto che il caso-Inzaghi possa
insegnare qualcosa anche ai Lippi, Cuper,Capello, alle prese con gli stessi problemi di
calendario a tempo pieno.
A proposito, capita una cosa che sembra una barzelletta. Da settimane la Juve riceve tanti di
quei complimenti che adesso riesce a spiegare a fatica gli ultimi suoi pareggi presi in extremis e
davvero per i capelli.Al contrario, l’Inter suscita tanto di quello scetticismo sulla qualità del
suo gioco che ora fa fatica a spiegarsi il primo e solitario posto in testa alla classifica.
Dico la verità; mi è piaciuto Lippi:”La Juve ha giocato male”. Punto e a capo, senza ghirigori. E
ho trovato strepitoso Serse Cosmi che si è confessato “confuso” in panchina :”Il mio Perugia –
ha aggiunto –era terrorizzato dal proprio gioco.”
Finchè ci sono i Cosmi e i Lippi, c’è speranza.