2004 febbraio 13 Prodi
2004 febbraio 13
Allegria! Macché incerti, indecisi, delusi, disaffezionati dei partiti, renitenti al voto e ai simboli.
Addio astensioni, “non so”, schede bianche di indifferenza oppure ostilmente nulle. Nessuno
diserterà le urne per protesta oppure perché crede poco agli schieramenti tenuti assieme con lo sputo
e alle liste più estenuanti della storia repubblicana. Macché.
Gli italiani faranno invece la coda per non perdersi le prossime elezioni – europee di nome ma
politiche di fatto – cogliendo in massa un’occasione più unica che rara di scegliere con il sorriso
sulle labbra fra tutto il ben di Dio che Silvio Berlusconi l’Ottimista e Romano Prodi l’Unitario
stanno preparando a destra e a sinistra. Nelle ultime ore la fiction é gioiosamente questa ; due
gioiose macchine da guerra elettorale pronte a tutto nel “mercato” del consenso, come chiamato
dagli specialisti in sondaggi.
Fatti svanire alla chetichella tanto il “teatrino” generale quanto l’”odio” di parte, sia la penosa
“verifica” della maggioranza che le croniche “divisioni” dell’opposizione, sembrerebbe un voto già
all’insegna del bipolarismo perfetto in un Paese finalmente normale e davvero europeo. Roba da
leccarsi le dita: così almeno risulta dalla propaganda degli schieramenti a quattro mesi
dall’appuntamento elettorale.
Uscendo dagli studi Rai di “Porta a Porta”, Berlusconi ha confidato che il suo film preferito é
Biancaneve . Dopo aver definito il lifting al volto un intervento per sentirsi “meno brutto”, il
presidente del Consiglio ha in mente non a caso un’Italia bella proprio come Biancaneve. Se poi gli
italiani temono la strega dietro l’angolo, affari loro, è una paura soltanto “percepita”, insomma una
fissazione psicanalitica che la gente si infligge da sola nonostante possa contare sul migliore dei
governi da Alcide De Gasperi in poi…
In pratica, da qui al 2006, questo governo avrebbe poco o niente da fare, perché ha fatto quasi tutto
in presunto anticipo. Se non lo avesse ancora fatto, lo farà presto, anzi subito. E se proprio non lo
facesse domani né mai, vorrà proprio dire che si é dovuto arrendere a cause di forza
maggiore.Parola di Berlusconi.
Secondo il quale il solo problema sul tappeto sono i “comunisti”, categoria tanto flessibile da
arrivare fino a Clemente Mastella. I prezzi asociali, i nuovi poveri e gli scioperi diffusi gli appaiono
“politici” o frutto di “menzogne”, per niente reali mentre reale sarebbe soltanto un’Italia ai più
sconosciuta che va come un treno, che fa riforme a getto continuo , che diventa ogni giorno più
ricca nonostante la crescita economica vicina allo zero e che, non bastasse, diventa più sicura anche
se adesso il forte aumento del numero dei reati dimostra esattamente il contrario.
L’Italia-Biancaneve di Berlusconi sembra il paese di Walt Disney. Ma anche a sinistra non si
scherza in ottimismo all’ingrosso.
Il cosiddetto nuovo Ulivo sarebbe “storico e rivoluzionario” . In termini meno alati, rappresenta il
primo tentativo di rassodare il centrosinistra presentando assieme quattro partiti (infinitesimali
compresi) contro la collaudata vocazione al frammento. Un aperitivo di neo-socialdemocrazia .
Nemmeno questo progresso nel nome e per conto di Prodi può tuttavia mimetizzare una sfilza di
paurose diversità. Non soltanto nei programmi politici in senso stretto, vedi le pensioni o la
missione dei militari italiani in Iraq, ma anche nelle sensibilità culturali. Vedi in parlamento il voto
sparso sulla fecondazione assistita, o la stessa memoria delle foibe assassine che le due sinistre
comuniste di Bertinotti e di Cossutta considerano revisionismo storico.
No. Se é virtuale la Biancaneve di Berlusconi, resta tutto da saggiare il centrosinistra con meno
simboli ma più diviso di prima su parecchie questioni vitali. E’ molto sintomatico che, ieri sul
quotidiano “Europa”, due padri nobili del riformismo come Umberto Eco e Massimo Cacciari
abbiano messo in guardia dall’euforia.
Eco avverte che l’opposizione “non vincerà mai” se non riuscirà a far passare una proposta in
positivo che colpisca “l’immaginazione e il ventre” degli elettori. Cacciari nota poi una
“drammatica e semicomica” incapacità della sinistra di comunicare anche nei momenti in cui ha
nuove idee. Calma e gesso, dunque.
Il primo Prodi del 1996 pagò per una coalizione che credeva di poter governare pur priva di un
programma buono per tutti. Il secondo Prodi del 2006 é partito ieri da una coalizione un po’ meglio
coordinata eppure con la stessa incognita sempre alta all’orizzonte: e cioè su chi contare per
un’intera legislatura senza rischiare il bis della mattanza fratricida per la poltrona di palazzo Chigi..
Un bel match. Berlusconi e Prodi sarebbero del tutto alternativi anche se giocassero a briscola. Più
diversi di così non si può. Il primo si é inventato il partito personale; il secondo un partito non ce
l’ha nemmeno.
Hanno tuttavia qualcosa in comune. Entrambi hanno fondato dal nulla i rispettivi schieramenti e, a
guardar bene, anche Prodi risponde alla personalizzazione imposta da Berlusconi alla politica.
Prodi si fa garante del centrosinistra incompiuto; Berlusconi esaurisce in sé il destino del
centrodestra che impiega otto mesi per dirsi “collegiale”. Prodi certificherà oggi tutte le promesse
non mantenute da Berlusconi; e lui gli ricorderà tutto il non-fatto ieri dal centrosinistra.
L’Ottimista contro l’Unitario. Al momento del voto, il loro faccia a faccia oscurerà il bipolarismo
tuttora all’italiana.
Carisma contro carisma, da ieri il titolone é questo:Rieccoli. Sarà un miracolo personale se
riusciranno a mitigare nelle urne il dilagante scetticismo degli italiani.