2004 febbraio 8 Portieri
2004 febbraio 8 – Portieri
E’ un campionato pazzesco. La Juve, pur battuta, ha fatto 43 punti e 42 gol in 20 partite, ma sembra
un residuato bellico dello scudetto. Cose da pazzi. Sono i 51 punti del Milan che superano qualsiasi
immaginazione! Mai vista un’andatura del genere, una vittoria dietro l’altra, un equilibrio, con una
difesa che ha preso pochissimi gol, uno ogni paio di partite o quasi, pur mettendo in campo un
esercito di matusalemme da far impressione. Maldini classe 1968, Cafu 1970, Pancaro 1971,
Costacurta 1966.
Con i portieri stanno succedendo cose dell’altro mondo, a cominciare dai tre che Giovanni
Trapattoni si porta in nazionale: Buffon (Juve), Toldo (Inter) e Abbiati (Milan). Certe uscite di
Toldo sono da museo, ma degli orrori. Giorni fa, Abbiati si é lasciato rubare un gol tra i piedi con
movenze letargiche. E Buffon sta prendendo tanti di quei gol che Dio solo sa: nella difesa
lasciapassare della Juve, anche l’unico portiere al mondo pagato 100 miliardi di lire e al nono posto
assoluto tra i “palloni d’oro” dell’anno non riesce più a fare la differenza. Vedi Roma…
Lev Jashin, monumentale portiere della fu-Unione Sovietica, sosteneva che tra i pali bisogna essere
bravi in geometria. Ma ho letto non so quando sul “Giornale” che per un intellettuale boliviano di
fama, docente in filologia, un portiere é anche “ un complesso di grida e di gesti” che guidano
l’intera difesa.
Nel decifrare il Buffon di Roma e tante amnesie dei colleghi, forse serve dare retta a Zidane che
spiega la differenza tra giocare in Spagna e in Italia con una piccola differenza. Lo stress, la
pressione , i nervi, i media, i petardi, le nevrosi di un calcio come il nostro che oramai é tutto
televisivo. 25 milioni, i primi 12 primati di audience sono tutti di partite di calcio.
Il pallone pesa poco meno di quattro etti e mezzo. Tanto per dire, quando Capello cominciava la sua
carriera di giocatore a Monfalcone, il pallone era di cuoio, aveva la camera d’aria e un laccio da
lasciare il segno. Il cuoio non c’é più da un pezzo e tra qualche mese spariranno anche le cuciture,
sicché gli esperti prevedono tiri più precisi, più veloci, più imprevedibili nelle traiettorie. Ecco non
so… visto che ieri sera… Già ieri sera il pallone sembrava una creatura isterica, sempre più difficile
da domare. Non so che cosa succederà dai prossimi europei quando
Roma morbida, Juve spigolosa. Mancini tocco, Nedve il ribaltone
Juve piena di centravanti, la roma piena di fantasisti. Capello e Lippi due tattici. Ma il primo lo
vedo anche senza il calcio, come dice lui “tra i quadr, i viaggi, le letture”, finalmente sottovoce
dopo tanto squarciagola. Lippi no, Lippi lo vedo a lungo. Il primo non ne vuole sapere di allenare la
Juve; il secondo sembra un altro se non allena la Juve. Hanno fatto 0-0, che non é un risultato, ma
anche un voto, zero.
L’Inter ha preso Adriano, ha ricuperato Vieri e oggi discute di Ronaldo. E’ l’Inter. Il Milan….
Con Di Vaio é una Juve, con Del Piero tutt’altro. Non sono siamesi, uno vale. Sono diversi in tutto,
stile, velocità. Di Vaio é uno di quelli che vivono soltanto per il gol; Del Piero può sopravvivere
anche di solo gioco. Di Vaio é un’unghiata; Del Piero una carezza. Il primo si avventa; il secondo
manovra. A Roma, volente o nolente, Lippi ha cercato la Juve sprint, di Nedved e di Di Vaio. Forse
Del Piero sarà pronto per le fasi finali, del campionato, della Nazionale, della coppacampioni.
Forse, perché del Piero si specchia da un po’ nel suo interrogativo. Non é che viva di gloria, ma fa
fatica a riaccederla ,e chissà se ci riesce con l’intensità che qualcuno s’apetta.