2004 febbraio 8 Roma Juve

2004 febbraio 8 – Roma

E’ bastata un’oretta per decidere: l’anti-Milan sarà la Roma di Super Totti. La Juve scivola a otto
punti in classifica, che sono tanti ma non sarebbero la fine del mondo se avesse perso in piedi, alla
sua granitica maniera: insomma battuta ma con il piglio ancora da scudetto. No, non é andata così,
per niente.
Più che brutta, un miliardo e passa di telespettatori l’hanno vista impotente. Una Juve fisica eppure
grigia da morire; coraggiosa nel darsi da fare e però anonima fino a non riconoscerla nelle fasi più
delicate del match dell’anno. Vuoi mettere la personalità della Roma? Impossibile il confronto.
La Juve dell’Olimpico é stata a guardar bene l’esatta fotocopia della squadra degli ultimi tempi.
Esperta, piena di mestiere, capace di arraffare punti e di segnare ben 42 volte in venti partite. E però
mai brillante, mai razza padrona, mai bella a vedersi e sempre irrimediabilmente portata a prendere
un sacco di gol. Quattro a Roma sono una mazzata, per i quali non può che guardarsi da sola alla
specchio.
Lo stopper Montero avrà anche 33 anni, e di sicuro non é più lui. Ha fatto un rigore e si é fatto
espellere per un vergognoso calcione sulla tibia di Totti. Tutto vero; solo che penso all’anagrafe
difensiva del grande Milan e vedo che, attorno all’apollineo Nesta, si danno da fare quattro
difensori che definire vecchi é un banale eufemismo. Maldini, classe 1968; Cafu, classe 1970;
Pancaro del 1971 e Costacurta addirittura del 1966, roba da museo delle cere.
La Roma ha sentito la partita come un appuntamento con il destino e l’ha dimostrato, tornando ad
essere lo squadrone di un mese fa o giù di lì. La Juve l’ha sentita forse di più della stessa Roma ma
ha reso la metà. La concentrazione resta sempre una brutta bestia da domare tra muscolo e cervello.
Non c’entrano l’assenza di Del Piero (da tempo così così) né a metà partita l’infortunio a Di Vaio
(mai al tiro). La differenza l’ha fatta tutta la Roma, non ci sono santi, anche perché l’arbitro Collina
ha giocato una delle migliori partite della sua carriera. Dico giocato e non diretto, come si dovrebbe,
per la disinvoltura e il distacco, quasi controllasse per gioco un allegro partitone tra ex compagni di
scuola.
Con tre centravanti messi in campo, la Juve ha raccolto zero, buttando via persino un calcio di
rigore. Senza nemmeno un centravanti, la Roma ha inventato di tutto in zona-gol. Ha vinto la
tecnica sulla potenza; é prevalso il talento personale sul plotone tattico.
Simboli di questo 4-0 senza discussioni e da fantasisti sono Totti e Cassano. Soprattutto Totti, ma
anche un Cassano di classe al quale può far velo soltanto l’irrefrenabile narcisismo da borgata.
Insieme hanno fatte cose che restituiscono gusto a un calcio pieno di problemi e di follie.
Totti resta un caso a sé. Sfido io che lo vorrebbe anche il Real Madrid: chi ama il football, non può
che cercare piedi da spettacolo, come Zidane e Ronaldo. La Juve ricorderà sulla sua pelle almeno
una decina di invenzioni pure di Totti: una traversa da circo massimo, un rigore da enciclopedia,
ultimi passaggi a memoria, tocchi smarcanti.
Ieri sera, Totti si é esibito. E quando si esibisce lui, é notte fonda per tutti. Complimenti.

E’ un campionato a dir poco pazzesco.