Fabio Barbieri – Noi giornalisti (2005)
Noi giornalisti Giorgio e Fabio, ricordo di due maestri di giornalismo
Padova – È già passato un anno e ne avvertiamo sempre di più la mancanza. Giorgio Lago, direttore de “il Gazzettino” e poi opinionista di “Repubblica” e dei quotidiani Finegil, si è spento, a 67 anni, il 13 marzo 2005. Il 25 maggio, alle 11, nella sala dell’Archivio Antico del Bo a Padova viene presentato il libro “Il facchino del Nordest” (Marsilio editori) che ne ricorda la figura. Fabio Barbieri, direttore de “il mattino di Padova”, “la tribuna di Treviso” e “la nuova Venezia”, è morto, a 57 anni, nella notte tra il 30 maggio e il primo giugno. Riproponiamo l’articolo che Barbieri ha dedicato a Lago il 14 marzo 2005. È il nostro modo di ricordare due personalità che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia del giornalismo veneto.
Giorgio se n’è andato come va promesso. Con la sua dignità intatta. La bellezza della sua persona non è stata intaccata della malattia più vile. Il ricatto della morte è stato respinto con la forza dell’amore di chi gli era vicino. Ha cercato di vivere fino allo stremo. Ha accettato tutte le sevizie delle medicine e delle terapie fino a quando queste gli ha consentito non la speranza di una guarigione ma quella certezza di poter essere, almeno in parte, se stesso che si vedeva la domenica nel nostro giornale. Il suo commento ai fatti della settimana. Il suo cordone ombelicale con il mondo. Addio Giorgio. Altri di te ricorderanno le qualità professionali. Io preferisco ricordarti un giorno petrolchimico con Massimo Carraro e Giuseppe Covre, impiantato nel cuore del tuo Veneto che ti facevo sempre incazzare. Preferisco ricordarti alle cene da Mario Carraro durante le quali smontavi pezzo per pezzo le banalità sciocche di quelle Nordest che avevi inventato. Preferisco ricordare le nostre telefonate in questi ultimi cinque anni, il pudore con cui proteggevi la malattia che ti stava aggredendo perché non volevi che turbasse la lucidità del tuo argomentare. In questo pezzo di mondo e di storia dove ci è capitato di vivere e dove la malagrazia e la stupidità e la slealtà spesso la fanno da padrone, sei stato un esempio di stile e di signorilità e di correttezza. La forza della ragione e della libertà ti ha consentito di combattere nobili battaglie e di uscirne, vincitore o sconfitto, fiero e altero perché erano battaglie da combattere. A hai avuto in sorte e ti sei meritato una straordinaria campagna e due meravigliosi figli che terranno alto nel tempo il tuo ricordo. A noi, che a nostro modo ti abbiamo voluto bene, resta la gioia di averti conosciuto e di aver goduto, forse troppo poco, della tua intelligenza e della tua umanità. Sei stato un uomo giusto, Giorgio Lago, e la madre terra sarà lieve su di te come su tutti i suoi figli prediletti.
di Fabio Barbieri