1970 agosto 14 Inchiesta – Anche la « perla delle dolomiti » patisce problemi di sviluppo
1970 agosto 14 (Il Gazzettino)
Inchiesta – Anche la « perla delle dolomiti » patisce problemi di sviluppo
Cortina: lo « choc del futuro »
La pillola giusta
Cortina, agosto
Nella rivista « I Futuribili », Alvin Toffler scrive: « Lo choc del futuro è un fenomeno dei tempi
moderni, una conseguenza dei cambiamenti rapidissimi che si verificano nella società… Lo choc del
futuro è quel disorientamento vertiginoso che provoca nell’individuo impreparato l’arrivo prematuro
del futuro, e che sarà presumibilmente la più grave malattia del futuro ». Cortina ’70 si sta
preparando per evitare questo trauma.
In novembre, sarà Cortina (probabilmente con Venezia e Verona) a rappresentare il Veneto
all’Asta Convention di Amsterdam, prestigioso vertice turistico al quale partecipano circa tremila
agenti delle grandi agenzie di viaggio americane. La « città delle Dolomiti » esprime operatori con
orologio aggiornato ai tempi. Interpreti di una dimensione internazionale che le previsioni del
« mercato » consentono di allargare, soprattutto agli Usa. Cortina, etichettata da una bellezza senza
vuoti, da un miracolo logistico inventato dalla Natura, cerca ancora spazio per consolidarsi.
Eppure, lo choc del futuro allunga ombre. In certi tratti di strada, da qualunque parte si salga, una
Jaguar e un camioncino ci passano a stento, pelando carrozzeria e muri. La linea ferroviaria
Vicenza-Calalzo risale al 1885 e consente una velocità virtuale non superiore ai 36 orari.
L’aeroporto è stato definito una « pista asfaltata ». Il Jumbo jet minimizza la distanza New York-
Milano, ma Cortina non offre una coincidenza moderna, che ne realizzi la vocazione internazionale.
Quello delle comunicazioni appare perciò il problema più attuale e meno elastico: perchè molti
arcaismi appaiono insopportabili e il « turismo artigianale », come lo definisce Renato Manaigo,
non regge al tempo, ogni anno più concorrenziale.
Esiste anche un’incognita qualitativa. Cortina a mezzadria tra élite e massa, tra clientela di
tradizione nouvelle vague del consumismo: con i giovani a lievitare tutti i serbatoi, dal camping
all’hotel extra-lusso. Problemi di ricettività su vasta scala. E ricerca contemporanea di uno « stile
cortinese », per scolorire le paturnie snob e verniciare tipicamente anche i frettolosi weekend dei
pendolari. La ricerca insomma di un modo di vivere in dialettica rapida con i dati della Società.
Dove anche l’esigenza di una zona-pedonale, di un Palazzo dei Congressi, di un campo di golf,
testimoniano adeguamento, necessità per un turismo ad alto livello.
Per una città di montagna che è fatto economico, industria, posto di lavoro, gettito fiscale e
prestigio, il traguardo consiste proprio nell’ingoiare la pillola giusta: gli strumenti che la
immunizzino dallo « choc del futuro ». Cortina è sveglia e ci pensa.
Il punto sulle comunicazioni
« L’autostrada sarà pronta nel ’74 »
Aeroporto per decollo verticale?
Intervista al sindaco di Cortina – Allarmante relazione della commissione per la visibilità
Cortina, agosto
L’economia della provincia di Belluno è basata al 60 per cento sull’industria turistica: per un
patrimonio d’investimenti calcolato in circa 280 miliardi, 150 dei quali appartenenti a Cortina e al
Cadore. Nel 1968, le giornate lavorative impiegate nel settore sono state di circa 11 milioni. Per una
provincia nettamente « turistica », focalizzata su Cortina, la viabilità (nel significato più
comprensivo della parola) diventa esigenza numero 1. Viabilità moderna s’intende; interprete dei
tempi: legata cioè al movimento delle persone e delle merci, quindi anche ai costi di gestione
(sopportati dagli imprenditori) e ai prezzi (pagati dai turisti).
Il 6 luglio scorso la Commissione sulla viabilità nominata dai Comuni del Cadore ha presentato
una relazione che attacca frontalmente il problema delle comunicazioni ferroviarie. Dopo aver fatto
notare che negli ultimi dieci anni s’è verificata, nella zona, una flessione del 50 per cento nelle
presenze dei turisti stranieri; dopo aver sottolineato tutta una serie di gravi disagi (soprattutto
d’inverno) legati al mancato miglioramento delle linee esistenti, la relazione scende ai tarli
particolari.
Leggiamo un esempio, a proposito dei treni dal Nord: « L’unica linea esistente è la Fortezza-
Dobbiaco-San Candido, che può collegare il Nord con la provincia di Belluno. (…) Ma il tratto
Fortezza-San Candido è stranamente trascurato, si potrebbe dire quasi dimenticato. I treni sono
quanto mai lenti, le carrozze veramente sorpassate. Nelle stesse vetture a volte si verifica una
promiscuità di pubblico, sconcertante e anti-turistica nel modo più assoluto. Purtroppo su questa
linea non arriva più un solo forestiero dal Nord… ».
A Cortina, il problema è patito come un virus. Un problema non settoriale: ma comprensivo di
tutto; delle comunicazioni stradali, ferroviarie e aeree. Per ottenere sintonia con la « qualità » di un
turismo composito. Dove ci sta la vacanza dei managers accanto alle « settimane bianche », a tariffe
da ceto medio. Si può fare un punto sulla situazione? Si possono allargare i vicoli delle burocrazia
per indovinare il futuro?
Il 9 luglio scorso sono stati eletti Sindaco e Giunta (Do e Psu) di Cortina. Per rispondere alle
domande che ogni operatore ampezzano si pone con attesa sempre più esigente, ho intervistato
Renzo Menardi, neosindaco. Sposato, con tre figli, ha un passato di sportivo: nel ’53 e nel ’54 fu
azzurro del bob a due e a quattro, come pilota e frenatore. E’ proprietario dell’Hotel Tofane a Pocol.
— Un collegamento stradale veloce in che termini si pone, oggi?
« L’autostrada. La Valle del Boite, il Cadore all’unanimità, hanno voluto l’autostrada, ma a
condizione di non snaturare Cortina. E’ stata un’adesione generale, di tutti gli Enti e dell’opinione
pubblica. L’autostrada dunque non passerà per Cortina, ma arriverà a Tai di Cadore. Per la Valle del
Boite si è quindi posto in questi anni il problema di accelerare il tratto Tai-Cortina, allargandolo,
togliendogli parecchie spigolosità. Il Governo ha stanziato il primo miliardo: e il primo intervento
sarà attuato sulla Cortina-Vodo di Cadore. L’appalto è imminente. Entro il ’70 inizieranno i lavori ».
— Per quanto riguarda i tratti da migliorare, esiste un criterio di priorità?
« Trattandosi di opere molto costose, diamo la precedenza ai tratti paralleli alla ex ferrovia, di
costo minimo ».
— Lei ha parlato subito di autostrada, la Venezia-Monaco: per ciò che vi riguarda, quali tempi di
realizzazione ritenete probabili?
« La Venezia-Vittorio Veneto sarà aperta al traffico entro il ’71. La Vittorio Veneto-Ponte delle
Alpi è, in pratica, una realtà, dal momento che è progettata e finanziata. Il tratto più impegnativo
sarà Ponte delle Alpi-Tai. A noi risulta che nel ’74 l’autostrada ci sarà, tutta ».
— Giudica realizzabile una linea ferroviaria Calalzo-Cortina-Dobbiaco?
« Secondo me, è un’utopia. Non mi pare possibile spendere 50 miliardi per collegare Cortina,
quando nel nostro Paese ci sono Comuni che mancano ancora dei servizi primari. Io, per pudore
politico, non insisterei ».
— Ma esiste un forte disagio ferroviario.
« Certo. E il problema sta proprio nel far arrivare “bene” la gente a Calalzo e Dobbiaco. E’
indispensabile tenere in vita e migliorare le linee già esistenti. La Padova-Belluno-Calalzo è già
disagiata: ma toglierla, significherebbe tornare indietro di cento anni. E non mi riferisco soltanto ai
turisti: esiste la gente di montagna!, con i suoi paesi ».
— I collegamenti aerei: le grandi stazioni turistiche ci contano sempre di più…
« Non c’è di peggio per un viaggiatore che il non poter contare regolarmente su un servizio: qui,
per la neve d’inverno e le giornate coperte d’estate, perdiamo molti giorni. Sarebbe indispensabile il
volo strumentale, cioè un aeroporto vero. Invece noi possiamo contare soltanto su una pista
asfaltata: non basta per volare in montagna ».
— Allora?
« L’iniziativa del conte Acquarone, partito pieno d’entusiasmo, è stata interrotta brutalmente da
quei cinque colpi di pistola. Ora la situazione è precaria. Il conte aveva praticamente creato tutto lui,
con il 92 per cento delle azioni, ma gli eredi non vogliono continuare la gestione, molto onerosa ».
— A parte le attrezzature per il volo strumentale, ci sarebbe lo spazio necessario al raddoppio
della pista?
« Sì, lo spazio c’è. Per aerei da 30-35 persone. Ma Cortina, da sola, non può né costruire né
gestire. E dubito che un’altra compagnia civile privata possa subentrare alla Aeralpi ».
— In questo settore le prospettive non paiono confortanti.
« Continueremo ad interessarci ma, personalmente, sono del parere che le speranze vengano
soprattutto dagli aerei a decollo verticale. Sono stati fatti in Inghilterra esperimenti molto positivi.
Per aeroporti di superfici limitate, tipo Cortina, sarebbe la soluzione ideale ».
Autostrada tutta percorribile nel ’74. Linee ferroviarie rifatte per un circuito moderno (fermando
— come dice la relazione dei Comuni del Cadore — « un pericoloso regresso »). Infine, dalla
« pista asfaltata » all’aeroporto, attraverso la filtrata speranza nella tecnologia, il volo a decollo
verticale. Proprio in quest’ultima speranza, tutta sbilanciata in avanti, sta il « simbolo » di Cortina:
con un futuro che è già cominciato, ma che, per realizzarsi, ha bisogno di impegno duro, di
resistenza alle delusioni. Il robusto spirito associazionistico e comunitario di questa terra garantisce
le necessarie « unanimità ».
Élite e massa convivevano nello « stile »
Interventi di Renato Manaigo, Maurice Urech, Renzo e Valerio Menardi, Ascanio Palchetti,
Giovanni Di Bona
Cortina, agosto
Sono 25 mila i posti-letto. Sempre più frequenti i camping. Quasi satura la costruzione di ville.
D’inverno 40 impianti di risalita hanno una capacità-trasporto di 20 mila persone all’ora. Sette anni
fa Cortina lanciò la « Settimana bianca », strumento di incentivazione turistica copiato dai Paesi
mitteleuropei. Uno speciale forfait: hotel + Ski pass (tesserino personale che dà diritto all’uso
gratuito di impianti). Il mito del prezzo inaccessibile barcolla con questa tariffa « borghese »: 34
mila lire alla settimana per la pensione completa. I risultati stanno freddi ma espressivi nelle
statistiche: sette anni fa, le « settimane bianche » furono 160. L’inverno passato, settemila, con 49
mila presenze. Ora si sta sperimentando la « settimana verde », per l’estate. Le prime indicazioni
(60 settimane) fanno supporre che l’esperimento diverrà scelta stabile.
Se questi sono i polmoni di Cortina ’70, che tipo di respiro turistico può e sa produrre la « città
delle Dolomiti »? Un interrogativo, per problemi concreti oltre che eccentriche discussioni: Cortina
appartiene ancora all’élite oppure si ritrova già massificata? E’ cambiato o sta cambiando qualcosa
di importante? L’alternativa tra Verockay e camping, tra Jaguar e 124, tra daiquiri e rabarbaro, può
nascondere allergie
inquadrare anche una convivenza parallela,
economicamente ricca e socialmente integrata. Dunque, élite o massa? Una domanda per gli
operatori di Cortina; per cortinesi, per chi deve interpretare il presente e programmare il futuro.
incurabili. Ma potrebbe
Renato Manaigo, 43 anni, da nove presidente dell’Azienda di Soggiorno (« ma sono scaduto, —
dice — e vorrei che mi sostituissero »). E’ proprietario del « Posta », tempio della Cortina d’élite.
« Aumentare ancora è pericoloso: il problema sta nello scaglionare. Gstaad offre 2.000 letti, noi
25 mila: questa è élite e massa. Ma l’italiano ignora giugno e settembre come vacanza: dobbiamo
riuscire a distribuire le presenze anche in questi mesi. Io ricorderei che Cortina, molti anni fa,
nacque come stagione estiva! Perché, allora, aveva alle spalle tutto il serbatoio dell’Est europeo. Ora
non più. E oggi, anche gli anglosassoni, olandesi, belgi e inglesi, ognuno per una ragione
« interna », si sono rarefatti. Bisogna reperire ex novo una corrente internazionale, magari al Nord
ma, dal Nord, come si fa ad… arrivare? Sono 11 anni che chiediamo di… darci il traffico, proprio
per una certa, importantissima clientela. Risultato? Le faccio qualche esempio. La « freccia delle
Dolomiti », l’ultima volta mantenuta inutilmente fino al 15 aprile, per il ’71 cesserà al 25 di marzo:
non si sono nemmeno preoccupati di controllare che tra il 6 e l’8 aprile sarà Pasqua! Sempre a
proposito di treni, un cliente che arriva da New York può impiegare 6 ore per andare da Padova a
Calalzo?! Io dico che dovremmo dare un premio a chi viene a trovarci quassù! Lo sa che un
austriaco non trova mai la coincidenza a Innsbruck? Lo sa che da Vienna a San Candido occorre
cambiare quattro volte? Ci boicottano, questa è la verità. Purtroppo nel turismo i tecnici sono pochi:
poi, c’è anche un problema di promozione e di mercati. Ma non ci sono i mezzi. Per la pubblicità,
l’Ente Nazionale del Turismo ha a disposizione 2 miliardi e mezzo all’anno, contro i sette
dell’Inghilterra, tanto per fare un esempio. E l’Ente provinciale per tutto il ’70 può contare su…
quattro milioni: un paio di pagine sul giornale. Lei capisce che, con questo assenteismo, l’alternativa
massa o élite la dobbiamo subire nelle forme in cui si presenta e basta. Non possiamo determinarla
in qualche maniera ».
★
Maurice Urech, svizzero, anni 34, direttore del Miramonti Majestic Grand Hotel. A Cortina
dall’inverno del ’67, parla perfettamente italiano.
« Il nostro Hotel sta un po’ fuori Cortina. Una volta era uno svantaggio, una seccatura. Adesso
no: adesso i clienti sono contenti di essere « fuori », calmi, tranquilli, senza promiscuità. Ciò
dimostra che la « massa », compreso il turismo di passaggio e weekend, s’è rafforzata molto.
Personalmente, punterei su una clientela elevata, quella che acquista da Bredo e Roberta da
Camerino. Svilupperei il traffico aereo, per poterci contare regolarmente; come a Gstaad e St.
Moritz, sulla jet-set industriale. E manca la propaganda di Cortina: conosciutissima in Italia, ma
quasi clandestina negli Usa. Cortina non sanno ancora che cos’è! Ad alto livello, c’è ancora molto da
fare ».
★
Renzo Menardi, sindaco di Cortina, in Comune da 14 anni, nonostante l’età: soltanto 45.
« La rinuncia a portare la autostrada Venezia-Monaco fino a Cortina è stata dettata soprattutto
dall’argomento che lei mi propone. L’autostrada in casa avrebbe significato aumento della viabilità,
troppe macchine per una Cortina mastodontica, gigantesca, buona per qualche giorno all’anno.
Invece, per il resto, Cortina deve essere quello che è ora: forzandone il ritmo, la rovineremmo, con
un turismo che, da residenziale, diverrebbe di passaggio, di fine-settima. No, questo no. Se c’è una
cosa della quale noi ampezzani possiamo andare orgogliosi sta proprio nell’aver salvato Cortina dal
cemento indiscriminato, che equivale a massa. Con l’élite, va conservato un equilibrio che
chiamerei naturale ».
★
Ascanio Palchetti, 58 anni, proprietario dei King’s Club di Cortina e di Porto Ercole
(sull’Argentario). Pure il Verockay, ristorante tipico, di lusso, gli appartiene, con atmosfera haute,
selettiva.
« Direi che va posta una profonda differenza tra estate e inverno. D’estate, almeno fino al 20
agosto, niente élite. Cortina soffre un turismo di passaggio che non ha nulla di buono, di
entusiasmante. Sì, c’è qualche vecchia famiglia, ovattata, ma non reca vantaggi alle pubbliche
relazioni. D’inverno, è tutto diverso: nonostante i posti-letto, siamo sempre sul piano dell’élite. Quel
po’ di abbondanza, legato per esempio alle settimane bianche, non porta alcuna diminuzione di
classe. E’ proprio lo sci che setaccia: chi pratica questo sport, conta già in partenza su una certa
mentalità che lo differenzia. L’alternativa mi sembra dunque riservata all’estate ».
★
Valerio Menardi, 46 anni, boss degli albergatori da 9 anni. E’ fratello del sindaco. Lo incontro a
Pocol, con piede ingessato a bastone, per un incidente d’auto in autostrada.
« Cortina è già troppo grande e non si può tornare indietro. Offre prestigio e, con St. Mortiz,
equivale ad un titolo di vanto per chi ci sta. Ma la selezione della clientela diventa difficile: i 25
mila posti-letto bisogna infatti riempirli, con gruppi, con un turismo più modesto. In agosto e
gennaio è tutto pieno, compresi i camping, che sono presenze numerose e pagate, non
dimentichiamolo. D’estate ci teniamo a galla: quest’anno ci ha dato una mano, ma non me ne
rallegro!, il fenomeno dell’inquinamento delle acque. Molta gente che aveva prenotato a Santa
Marinella o a Tor Vajanica ha dirottato su Cortina. Il punto fermo sta comunque nell’esplosione
dello sci. Tanto che possiamo prolungare la stagione. Sfruttando meglio gli impianti « alti », nel
’68-69 abbiamo avuto in marzo un incremento di presenze del 20%; un incremento del 40% nel ’69-
70. Dobbiamo insomma allargare il respiro, ma con stile: questo è il punto. Ed io sono ottimista. La
clientela di élite autentica si è ritirata in un circolo chiuso di cento famiglie. Fanno vita tra di loro,
evitano quasi il centro di Cortina, vivono in villa, una festa di qua, una di là. A Cortina coesistono
oramai le due anime: l’élite e la massa. Anzi, vorrei dire che, spesso, le due anime non s’incontrano
nemmeno.
★
Giovanni Dibona, anni 26, cortinese, ex campione italiano di discesa libera e slalom. Ora, 5-6 mesi
all’anno, fa il professionista. Corre sulle piste di tutto il mondo con Killy e Perillat. S’è ripreso
perfettamente da una frattura al femore.
« Intanto, dicono che Cortina è grande, troppo grande. Io dico: ma Cortina è nata grande! Non è
incassata tra i monti, soffocata. Si sviluppa perché aperta: se vuoi andare a sciare, devi sempre
muoverti molto, no? Anche se ci fosse soltanto la chiesa e nient’altro, dovresti fare un sacco di
strada per trovare la pista. Dunque, è larga, ma il piano regolatore mi pare duro, severo: obbligatori
i 2/3 di legno nelle costruzioni, un certo stile, certe zone riservate. Questo ci difende, è già élite. Io,
in questi giorni, sono stato in giro in altre stazioni di montagna: appena torni qui, si vede la
differenza! Massa o élite? Sono cambiati i tempi, questa è la verità. Io che sono un povero
pellegrino, vado in vacanza all’Isola d’Elba, appena ho i soldi in tasca. Adesso arriva a Cortina gente
che magari ha soltanto… i soldi. Quelli che soldi li hanno sempre avuti dalla nascita, sono infastiditi
dalla presenza di questa gente diversa, che non fa parte dei « ricchi noti ». Ma è il mondo che va
avanti, i tempi che cambiano: ed è giusto che cambino così. Massa o élite?, forse non è un problema
di Cortina, ma appartiene agli anni ’70 ».
Cortina allo specchio si ritrova con un « new deal » scostante, eppure ugualmente riducibile a
idee-guida concrete. Riassunte così:
1) Cortina è già grande;
2) lo stacco tra estate e inverno, i diagrammi di stagione, mettono a fuoco il dato economico:
distribuire, scaglionare, per « impegnare » a più a lungo possibile gli impianti da « grande città »
delle Dolomiti;
3) le due anime, massa ed élite, hanno il sit-in per convivere senza distruggersi;
4) l’élite internazionale non è ancora sfruttata: la propaganda artigianale, la viabilità antiquata
tengono parzialmente inutilizzato il serbatoio;
5) i giovani, sensibili al « tempo » più che al « luogo » inseriscono le antitesi di Cortina nella
nuova frontiera consumistica della Società ’70. Atteggiamento realistico, negato a pruriti snob.
Proprio Dibona, anni 26, dice: « Appena torni qui, si vede la differenza ». Potrebbe essere lo
slogan per un manifesto. Finché sarà « differenza » Cortina sarà anche fedele.
Due realizzazioni considerate di grande interesse
Palazzo dei congressi e golf a diciotto buche
Cortina, agosto
Tra un anno, Cortina organizzerà il Convegno del fisici dell’Atmosfera: 500 scienziati di 20 nazioni.
Probabile anche il vertice nazionale dei pediatri (che in Italia sono 3.000). Cortina mantiene forte la
vocazione a questo tipo d’incontri per tre ragioni: 1) migliaia di presenze; 2) prestigio; 3)
promozione pubblicitaria ad alto livello.
La costruzione di un Palazzo dei congressi è avvertita perciò come esigenza importante; come un
modo prolungare di molti giorni la stagione. I giovani vedono inoltre in questa realizzazione una
possibilità culturale. Mi diceva una ragazza, all’Hotel Europa: « Qui c’è di tutto per divertirsi, ma
quasi nulla per occupare il cervello: non so, un po’ di teatro per esempio; una biblioteca
selezionata… ».
Del Palazzo dei Congressi se ne discute da anni. L’Azienda di soggiorno non ha i mezzi. Deve
intervenire il Comune: impegno dunque « comunale ». Esiste un programma di base? Esiste, ora
come ora, soltanto una intenzione, un impegno: « troveremo i fondi e anche il terreno», è la
promessa dell’Amministrazione. « Non vogliamo il raddoppio di Cortina! — ha dichiarato il
Sindaco. — Ma soltanto il suo normale sviluppo. Il piano regolatore, frenando le costruzioni e
toccando interessi privati notevolissimi, ha scatenato polemiche e critiche. Ma io sono dell’opinione
che, lavorando in buona fede e pubblicamente, venti consiglieri… sbaglino meno che il miglior
commissario ministeriale ».
Nel « disegno » del piano regolatore (esecutivo nel ‘71), il Palazzo dei Congressi potrebbe
trovare collocazione sia in centro che alla periferia. Dato il tipo di destinazione, la sospirata
« Cortina hall » dovrebbe forse sorgere leggermente fuori, nella immediatissima periferia.
* * *
Gli operatori di Cortina danno un peso notevole al golf: viabilità, Palazzo dei Congressi e campo di
golf a 18 buche sono, nell’ordine, i tre problemi « concreti » di maggiore rilievo turistico. Oggi in
Italia, i giocatori di golf sono circa diecimila. Una clientela qualificata che la « città delle
Dolomiti » non vuoi perdere. Alcuni amni fa il progetto di, una zona-golf trovò il maggiore ostacolo
nella proprietà molto frazionata, tipica ai « catasti » di montagna. Le trattative spezzettate tenevano
lontano la soluzione globale. Ma ora, attraverso iniziative invernali, sembra che il fatto nuovo sia
maturo. Con riferimento ai Rifugio Mietres (e ai due impianti di seggiovia) un forte gruppo di
proprietari terrieri si è associato, vincolando 400 ettari all’uso sportivo invernale. Dovendo trattare
con una nuova Società e non con 100 persone, è possibile che Cortina risolva anche il più
« eccentrico » dei suoi problemi di élite.
***
Durante l’alta stagione turistica, Cortina chiude il centro alla circolazione delle auto per alcune ore:
dalle 17 alle 19.30 durante i giorni feriali e la domenica pomeriggio. Appare però probabile una
zona-pedonale stabile, di notevoli dimensioni. Il Comune ha già chiesto al Ministero dei Trasporti
l’area dell’ex sede ferroviaria (linea Calalzo-Dobbiaco, in lento smantellamento): con l’intenzione di
creare una « promenade », che ora manca, da Zuel (a Sud) fino a La Vera (a Nord). Nel futuro di
Cortina c’è anche questa « strada riservata ».