1970 luglio 16 L’addio di Beghetto
1970 luglio 16 (Il Gazzettino)
L’addio di Beghetto
Non convocato per i mondiali di Leicester, il campione di Tombolo chiude definitivamente con
la pista
Bussolengo, 15 luglio
I pistard azzurri selezionati per i campionati mondiali che si svolgeranno a Leicester si sono
ritrovati oggi a Bussolengo di Verona agli ordini del ct Guido Costa per iniziare gli allenamenti (in
mattinata su strada, al pomeriggio in pista) che dureranno fino a fine mese. Sono in ritiro, Rosolen,
Bosisio, Turrini, Gaiardoni, Damiano, De Lillo.
Ai mondiali di Leicester, Beppe Beghetto non ci sarà: le convocazioni hanno ufficializzato il
divorzio del campione di Tombolo dalla pista. Al tramonto della sua carriera Beghetto ha infatti
optato per la « strada », ripudiando la sua specialità naturale. La pista ha perso un asso; la strada
non lo ha trovato: sintesi brutale che è valsa a Beghetto più di uno sfottò.
Quando Beghetto spiegò che l’addio ai velodromi era scelta seria e definitiva, qualcuno pensò ad
una sparata pubblicitaria, qualcuno gli contestò presunzione tecnica: « L’errore di credere che una
volata dopo 200 chilometri sia la stessa cosa che uno sprint dopo un po’ di surplace! ». La verità di
Beghetto è diversa: la tecnica non centra; né supponenza. Solo denaro: contratto d’ingaggio e premi-
corsa. La pista vive di pochi appuntamenti. E’ avara per un professionista. La Federciclismo ha
stilato recentemente un piano per incentivarla; per bloccare la moria di velodromi. Ma Beghetto non
poteva aspettare che l’albero cresca lentamente; Beghetto non ha tempo, per la sua vita di atleta e di
uomo. E, con un contratto su strada, ha guadagnato in fretta di più, molto di più, di quanto gli
potesse offrire qualsiasi chance su pista.
Oggi che le convocazioni, escludendolo, riducono Beghetto a « pistard del passato », dobbiamo
ricordare. Ricordare che la Federciclismo francese stipendia ancor oggi Trentin e Morelon pur di
conservarli tra i « dilettanti » e monopolizzare la maglia iridata della velocità dei « puri »; ricordare
che, dopo una manche rifiutata per rabbia l’anno scorso ai mondiali, la Federciclismo Italiana calcò
la mano nel punire con lunga squalifica la sommaria umanità di Beghetto. Abbiamo perso un asso
senza ritrovarlo, ma il sorriso facile dell’« avevamo ragione » mi pare stolto. Beghetto scompare dai
mondiali per campare: il ciclismo come pane quotidiano, non come hobby. La maglia azzurra può
anche essere retorica; il pane quotidiano no, mai.