1999 Dicembre 18 La citazione
1999 Dicembre 18 – La citazione
“Solo ad un certo punto l’ideologia del progresso ha cominciato ad apparire plausibile. A partire dalla
fine del Seicento si sono conclusi i grandi cicli di epidemie: ‘ scomparso lo spauracchio della peste
che era giunto dall’Asia attraverso il “rattus norvegicus” (perchè la storia la fanno anche i topi) e
periodicamente aveva colpito l’Europa grosso modo dal 1348, con la famosa peste del Decameron,
fino, per restare in ambito letterario, al 1628-30, con la peste del Manzoni, riducendo la popolazione
europea in certe regioni a volte anche della metà. Nello stesso periodo si è arrestata temporaneamente
la diffusione della sifilide, l’altro morbo di cui non si capiva di dove venisse, se gli europei l’avessero
trasmesso agli amerindi o viceversa.
Quindi alla fine del Seicento è iniziata una fase di relativo miglioramento dello stato di salute della
popolazione europea e di crescita demografica dovuta soprattutto alla diminuzione della mortalità
infantile. Bisogna considerare che prima di questo periodo le famiglie avevano normalmente anche
dieci o quindici figli, dei quali la maggior parte moriva durante l’infanzia, tant’è vero che, consapevoli
di questa probabilità, anche i genitori tendevano a non affezionarsi a loro.
Nel corso del Settecento si sono aggiunte a queste una serie di altre conquiste: con la vaccinazione,
Jenner sconfigge il vaiolo, che era anche una malattia mortale, non soltanto antiestetica. Poi si è
scoperto per la prima volta che certi prodotti come le patate, che venivano impiegati – cosa per noi
incredibile! – soltanto con funzioni ornamentali, potevano costituire un ottimo cibo. In questo modo,
inoltre, diventa impossibile in agricoltura coltivare anche i terreni marginali, fatto che, unito ad altre
scoperte agronomiche relative alle tecniche, alla varietà e alla selezione delle colture, al regime delle
acque, consentì un aumento della produzione e, quindi, della popolazione.
C’è stato poi un incremento anche maggiore alla fine del secolo scorso, quando un tedesco, noto
comunemente per i dadi da brodo, Justus von Liebig, ha inventato i concimi artificiali, elaborati
chimicamente, che hanno permesso un’impennata della produzione agricola”.
(Prof. Remo Bodei da “Coesione sociale e progresso”, editore Irse, Istituto regionale studi europei
del Friuli-VG9.