1999 Giugno 3 Dai Balcani
1999 Giugno 3 – Dai Balcani
Kosovo/1. “Non si può dire “non voglio Milosevic” e insieme “non voglio le bombe sulla Serbia”;
crescere significa saper scegliere”. Roberto Benigni (a 1300 studenti di Prato.
Kosovo/2. “La speranza dei profughi è tornare a casa senza i timori di trovarsi di fronte a truppe serbe.
Una pretesa del tutto legittima: come se gli ebrei romani non avessero voluto vedere dopo la guerra,
una decina di SS di fronte alla sinagoga”. Shisani Rama (portavoce dell’Uck, a Repubblica).
Kosovo/3. “non sappiamo che altro dire a parte: Dio benedica l’America”. Profughi kosovari in visita
alla Casa Bianca.
Kosovo/4. Vetero-comunisti, neutralisti e pacifisti paraserbi invocavano l’Onu contro la Nato. Fatto:
i cinque punti dell’accordo di Rambouillet sono diventati prima i cinque aut aut della Nato, poi le
cinque pretese del G8, quindi le cinque condizioni di Kofi Annan (segretario dell’Onu),
successivamente le cinque richieste della Russia, infine lo schema di accordo per il Consiglio di
sicurezza dell’Onu, dopo che (24 maggio) una delegazione dell’Onu rientrava dal Kosovo
documentando “prove sconvolgenti di pulizia etnica” e dopo che all’Aja (27 maggio) il Tribunale
dell’Onu per l’ex Jugoslavia decretava Milosevic “criminale di guerra”.
Tema di calcolo per l’esame di maturità degli italiani: se, per accettare in pratica i cinque punti di
Rambouillet e far così coincidere l’Onu con la Nato, Milosevic ha massacrato decine di migliaia di
kosovari (stime Onu) e fatto sopportare all’intera Serbia 25 mila incursioni aeree con 15 mila bombe
in 75 giorni, quanto Bertinotti, Bossi & C. ci sarebbero voluti per convincere il noto pacifista
Milosevic a lasciare in pace il Kosovo?