1999 Maggio 21 “Sedicenti”

1999 Maggio 21 – “Sedicenti”

Vocabolario alla mano, l’aggettivo “sedicente” spetta a “chi si attribuisce arbitrariamente un nome,
una qualifica o una qualità”. Ho sentito un presentatore di Telemontecarlo e altri anguilloni dire: “Le
sedicenti Brigate Rosse”, esattamente come agli inizi degli anni ’70, quando il Pci e la sua prona
intelligencija ci misero un bel po’ di tempo prima di arrendersi all’idea che il terrorismo non era
soltanto “nero” e che il “rosso” non ne era affatto il camuffamento.

Le Br storiche infestarono per quasi un ventennio con 47 formazioni operative e un bilancio di 429
morti e duemila feriti tra magistrati, politici, giornalisti, studiosi, manager e forze dell’ordine. Una
guerra, compresi sequestri, attentati.

Le neo-Br hanno ricominciato, ripartendo da dove si erano arrese le vecchie Br: dall’omicidio. Di
arbitrario non rivendicano nulla. Nome, simbolo, qualifica, qualità, agguato, tecnica, armi,
linguaggio, ideologia, obiettivi, bersagli, messaggi, risoluzioni, allusioni, sono gli stessi. E’ diverso
soltanto il contesto, cioè la sola cosa che non è nella loro disponibilità.

Vecchie o nuove, le Br sono sempre di parola. Mettono per iscritto ciò che pensano, che vogliono,
che perseguono. Sono clandestine, non anonime; criminali, non mafiose. Possono, forse, essere usate,
ma sono autocefale. Se si infiltrano nel disagio sociale, non è detto che ne siano il frutto o il cascame
estremista. Senza comunismo, restano l’ottobre rosso del comunismo “combattente”, in odio alla
borghesia, al riformismo, al capitalismo, all’America: qualche anno fa un sindacalista attiguo a Lotta
Continua stimò per Giorgio Bocca (vedi La Repubblica di venerdì) “un’area di duecentomila giovani
che passano al rivoluzionarismo marxista”.

E’ tutto noto, tanto noto che i capi storici delle Br sono liberi e che da tempo si parla di amnistia per
“chiudere l’emergenza”. Non si sa cosa debbano fare di più e di peggio le neo-Br, dieci anni dopo
Curcio e Moretti, per farsi prendere esattamente per quello che sono, che dicono, che fanno, che
rappresentano. Né le Br né tantomeno i morti ammazzati sono “sedicenti”. Se così posso dire, le Br
hanno diritto di essere identificate come “nemico” mortale. Senza depistaggi e valzer semantici, dei
quali siamo ciclicamente vittime e/o colpevoli.

(In galera, per “eversione”, sono tuttora i serenissimi del campanile di San Marco. Ma sarà lo stesso
Paese?).