1999 Marzo 8 Una retata in Regione
1999 Marzo 8 – Una retata in Regione
Sono tornati in galera metà “Serenissimi” del campanile, per quello che non hanno fatto e per ciò
che continuano a pensare. E’ finito in carcere anche lo spirito della Costituzione repubblicana
mentre ci “sorvegliano” norme di polpa fascista e/o d’emergenza. Per ciò che si pensa
sull’autonomia del Vento, si può risultare “criminali” quanto un terrorista nero o un brigatista rosso
di altre stagioni d’Italia. L’iniquità della legge si fa legge.
Nell’iscriversi idealmente all’associazione” Veneto Serenissimo Governo “, che pur non conosco, e
nell’inviare fondi ai detenuti per la tutela legale e familiare, si vorrebbe chiedere al giudice di
sorveglianza di Venezia se ha preso mai visione della risoluzione n.42 votata il 22 aprile 1998 con
la quale, a maggioranza, il Consiglio Regionale invocava e sollecitava il “diritto di
autodeterminazione del Popolo Veneto” e se , nel caso, non abbia in ipotesi ravvisato pericolosità
eversiva, oltre che apologia di reato, almeno nei 29 consiglieri regionali che votarono sì.
Se, come appare fondato, il “riconoscimento del Veneto come Nazione autonoma” (Serenissimi) e
l’”autodeterminazione del popolo Veneto” (consiglio regionale) sono fratelli siamesi, perché non
proporre alla Procura una retata a palazzo Ferro Fini? Fortunatamente, molti sostituti procuratori la
pensano come Felice Casson che un giorno intervistato, mi disse: “La magistratura non deve mai
togliere le castagne dal fuoco alla politica”.