1966 luglio 14 La fortuna di Jashin
1966 luglio 14
La fortuna di Jashin
DURHAM – Notte e giorno, per tutti i giorni, una bandiera rosso fuoco con falce e martello sventola
a cento metri, forse a settanta, dall’Houghall College di Edmondo Fabbri. Non nasconde misteri,
non celebra riti oltrecortina. La destalinizzazione, il disgelo, hanno toccato e sciolto anche la
Nazionale di Morozov. La Russia è là a cento metri. C’è un palazzo di cristallo, la palestra, e i vetri
sono trasparenti come aria. Il campo dove si allenano i giocatori sovietici è appiccicato alla strada.
Il confine: una striscia di asfalto che separa le lunghe ore di Russia e Italia. Sotto il porticato del
College parlo con Sandrino Mazzola. Piove e fa freddo. Mazzola sta leggendo le ultime notizie di
« Supersport » che mi hanno spedito dall’Italia. Ha gli occhi mobili come palline di mercurio. Frena
lo sguardo sulla pagina centrale. Legge… « Mazzola centravanti non è il suo mestiere, come
mezz’ala di punta potrebbe rendere il triplo… ». Il baffo gli si arriccia e ride: « Adesso l’unica cosa
importante è segnare dei gol ai russi. Poi, per il ” triplo ” ci si mette sempre d’accordo! ».