1971 dicembre 4 Il menu dello zero a zero

1971 dicembre 4 – Il menù dello zero a zero

La dieta è da un pezzo Mito del football, dopo essere stata scelta razionale nell’atletica, nel ciclismo
e nell’alpinismo. L’ultima polemica toccò la Juve, “repressa” secondo Haller dal dottor La Neve,
passato alla storia per l’uovo alla coque. Il menù dell’Inter, da 0-0, è stato curato a Berlino, 24 ore su
24, da Pietro Gori, toscano, padre di Bobo Gori, proprietario ( dopo essere stato cuoco) della
Collina Pistoiese a Milano. Pubblicò il menù dell’Inter come curiosità e, soprattutto, per mostrare
come anche i Divi del Calcio mangino da persone normali: non patiscono la fame in squallidi ritiri
come suggerisce demagogia di chi, del calcio, non conosce nulla.
Lunedì sera: minestrone di riso, entrecote, insalata, frutta, Chianti.
Martedì alle 12: risotto alla parmigiana, scaloppine di vitello al prezzemolo, vino bianco, verdura
cotta, frutta cotta.
Martedì sera: minestrone di pasta, entrecote e medaglioni di filetto, insalata mista con pomodori e
finocchi.
Mercoledì alle 13: riso lesso con burro e parmigiano, filetto con purè, frutta cotta con molto
zucchero e a spicchi ( a 4 spicchi, esige Invernizzi!).
Mercoledì alle 17 e 15: thè, caffè, biscotti, marmellata, miele, burro. “ Le ore più tese, – dice Gori –
sono cominciate dopo il thé, fino alla partita”.
Mercoledì notte, dopo il match: consommé, antipasto, prosciutto crudo cotto e bresaola, penne al
pomodoro e basilico, piatto di carne e pesce, champagne.
Vi pare menù da prigionieri del football? Happel, allenatore del Feijenoord, ha dichiarato ieri:
“Non ci sono tante squadre in grado di eliminare l’Inter ”. Bedin dice che un 10% del merito
appartiene a Pietro Gori che fu cuoco anche del Milan, nella finalissima di Wembley ’63.
Nel suo ristorante di Milano, una foto-dedica ricorda quella esaltante vittoria con un “ Grazie
Pietro”, firmato da Gipo Viani. Anche un menù giusto è Coppa.