1973 febbraio 13 Questo Puricelli come Creso
(tecnicamente) molto e
1973 febbraio 13 – Questo Puricelli come Creso
Un paio d’anni fa, Puricelli mollò una sberla a Damiani, per
dribblomania. Domenica scorsa, il “Puri” estrasse ancora l’occhio
tupamaro, scattò in campo verso Vendrame e non lo picchiò
soltanto perché il rifinitore-chitarrista era troppo distante.
Puricelli ha un cuore dolce; sopporta molte cose, fuorché due:
poiché è sudamericano, odia i brocchi; poiché era un centravanti,
odia i palleggi superflui di chi, avanti e indietro, ti fa venir la nausea
prima di mollarti il corridoio-gol.
In questo senso, Vendrame non ha capito nulla di Puricelli. Non
fosse perché Speggiorin sta ancora in rodaggio, sarebbe già finito
fuori squadra. Vendrame dice che gli altri non hanno pazienza con
lui. Ha ragione. Ma né Puricelli né il pubblico gli perdonano nulla
per una ragione molto semplice: perché tutti sono convinti che
Vendrame possa
si autocastri
(tatticamente) altrettanto.
Puricelli ritrova quindi un problema quando pensava di averlo
risolto. Non dipende però da Vendrame se il Lanerossi anti-Napoli
era tanto claudicante da sembrare, negli ultimi 25 minuti, il
Lanerossi di Seghedoni. Spallonato in testa, Ferrante era in
giostra; Galuppi non teneva più ossigeno; Vitali restava in
malinconica boa; e tutta la squadra s’aggrappava all’1-0 come
all’unico salvagente.
Diceva Curzio Levante: “con il pubblico che abbiamo ora e con
questi incassi, possiamo reggere un bilancio in pareggio vendendo
un buon giocatore ogni tre anni, invece che ogni stagione”. Perché
questo futuro finanziario si concretizzi è indispensabile, ma proprio
indispensabile, restare in serie A. Ora che mancano 12 partite alla
fine, comincia il campionato delle nevrosi: evita la retrocessione
chi ha più esperienza, e quindi più tranquillanti. Contro il Napoli s’è
invece letta troppa angoscia.
Diventa questo l’ultimo quiz di Puricelli. Per il resto, il “cavallo
bianco” ha già fatto miracoli. Da oggi lo chiamerò Creso, visto che
trasforma in oro tutto ciò che tocca. Vedi Galuppi, sbarcato in serie
A quasi trentenne e fattosi trigoleador in un mese, dopo mesi di
vita agra.